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Problemi con eredità: quando rivolgersi all’avvocato

Molte sono le circostanze in cui possono sorgere problemi con l’eredità: basti pensare a quando muore qualcuno, lasciando il suo patrimonio.

Molti eredi, infatti, non sono inclini ad accettare le volontà del defunto e creano problemi agli altri eredi, in quanto contestano il testamento oppure la divisione.

Perché è importante contattare un avvocato?

Per superare i problemi con l’eredità si rende spesso necessario l’aiuto concreto di un avvocato, che avendo una preparazione specifica sulle successioni ereditarie, potrà dare consigli.

Oppure potrà seguire la causa ereditaria (impugnazione del testamento, azione di riduzione per la lesione della quota legittima, azione di divisione ereditaria, indegnità a succedere, riduzione di donazioni …).

In famiglie con molti fratelli possono sorgere facilmente liti ereditarie o problemi con l’eredità, in quanto a ciascuno spetta una quota più piccola, creando maggiori dissidi.

Ma queste liti possono verificarsi anche quando i fratelli sono solo due.

Tutto dipende dall’atteggiamento onesto e costruttivo oppure disonesto di alcuni fratelli e parenti.

Vediamo, quindi, quando bisogna rivolgersi all’avvocato esperto di eredità e soprattutto quali sono le situazioni critiche che creano problemi con l’eredità.

Quali sono i tipi di controversie ereditarie basati sul legato?

Un primo motivo di controversie ereditarie è rappresentato dai legati.

Per legato si intende un lascito a titolo particolare (lascio un singolo immobile), che viene acquisito senza bisogno di accettazione (art. 649 c.c.), ma che deve essere richiesto all’erede universale onerato di questo incombente: concedere il legato al legatario (che è il destinatario del legato).

Purtroppo, nella materia successoria si usano ancora parole complicate e tecniche, ma questa guida ai problemi dell’eredità dovrebbe riuscire ad aiutarvi a capire le nozioni di base delle successioni.

Il legato, infatti, viene lasciato da chi fa testamento ad un singolo erede (in questo caso si chiama prelegato, art. 661 c.c.) o estraneo alla cerchia familiare degli eredi o chiamati all’eredità.

Dunque, chi viene beneficiato da una disposizione del genere avrà interesse ad impossessarsi del legato, e quindi chiederà le chiavi (a meno che non le abbia già) all’erede (quello, invece, che nel testamento o per legge risulta destinatario di tutto il patrimonio ovviamente per una quota se vi sono più coeredi).

Capite bene la distinzione tra legatario ed erede, il primo essendo chiamato ad un bene solo (o a un credito, o a una semplice quota di un bene), il secondo essendo colui che succederà al defunto in tutto il patrimonio “in generale”.

Possono sorgere problemi con il legatario, o liti tra erede e legatario, a causa del legato.

Che problemi nascono con l’impugnazione del testamento?

Altri problemi con l’eredità possono sorgere quando viene impugnato un testamento.

Il testamento è l’atto con cui il defunto, quando è ancora in vita, lascia i suoi beni (art. 587 c.c.).

Può essere fatto dal notaio (pubblico), oppure essere scritto su un foglio di carta qualunque (olografo), di pugno del testatore. Ma un erede potrebbe non essere d’accordo con le disposizioni del patrimonio (cioè con i modi con cui il defunto ha lasciato il suo patrimonio) e quindi potrebbe impugnare il testamento con una scusa banale.

Il motivo può riguardare anche la capacità di intendere e di volere del defunto. Spesso queste cause non sono fondate, perché l’erede impugna il testamento solo per avere una diversa divisione.

Tuttavia in alcuni casi questo genere di liti rappresenta un problema dell’eredità di lunga soluzione (anche tanti anni).

Che cosa fare se uno degli eredi non vuole accettare?

Un’altra situazione abbastanza frequente in cui si verificano problemi con l’eredità riguarda il caso in cui uno dei chiamati tarda ad accettare.

Siccome il termine per accettare l’eredità è di dieci anni, molti temporeggiano facendo così pagare tasse e spese ai fratelli. In questo caso, è possibile chiedere al Tribunale la fissazione di un termine (art. 481 c.c.), di una data entro cui il chiamato deve dire se vuole accettare o meno.

L’idea è quella di anticipare la scelta, in modo da sbloccare alcune situazioni scomode che si vengono a creare quando un erede fa finta di niente e tira la cosa per le lunghe.

Quando viene violata la quota legittima che cosa succede?

Altro tema che provoca problemi ereditari è la lesione della quota legittima, in un paese come l’Italia in cui la centralità della famiglia di sangue induce la legge a difendere il diritto dei figli o del coniuge ad avere “qualcosa”.

In Italia, infatti, non esiste la diseredazione e se il testamento taglia fuori qualche figlio, si creano problemi ereditari tali che quello escluso potrebbe fare causa ai fratelli per vedere ridotti i beni lasciati a loro, a suo favore.

La divisione è un problema?

Un tema molto diffuso di lite riguarda, ancora, la divisione dei beni ereditari, non sempre semplice: chi fa testamento potrebbe anticipare la divisione già nel testamento (situazione ideale), si potrà procedere a divisione davanti al notaio se c’è l’accordo, infine davanti al giudice se non c’è un accordo.

La divisione è uno dei grandi problemi con l’eredità, in quanto spesso uno dei fratelli non accetta la divisione fatta nel testamento oppure non accetta di dividere.

Ogni erede ha diritto di dividere, quindi, si potrà procedere davanti al tribunale, affinché sia il giudice a dividere ed imporre una soluzione, anche la vendita all’asta dell’intero compendio.

Spesso si parla, però, di assegnazione dei beni, salvo conguaglio in denaro.

In alcuni casi estremi addirittura assegnando un bene divisibile dal resto a più coeredi “insieme”, i quali rimangono contitolari rispetto agli altri, se ne fanno richiesta (Tribunale Lecce, Sez. I, 10/06/2022, n. 1727).

Ma questo è certamente il tema più spinoso in questa materia.

Quanto valgono le dichiarazioni fatte nel testamento?

Un tema particolare in cui sorgono problemi ereditari è individuabile nelle dichiarazioni rese da chi fa testamento, all’interno del testamento, le quali possono addirittura far fede non tanto contro di lui, quanto contro l’erede che subentra nella sua posizione giuridica: pensiamo a fatti che il defunto ha ammesso, che ha riconosciuto come veri (debiti, ad esempio): cfr. Cass. civ., Sez. II, Ordinanza, 08/06/2022, n. 18550.

Che cos’è l’indegnità a succedere?

Infine, una tematica più rara, ma non per questo meno importante, è l’indegnità a succedere, come quella del nipote che abbandona l’anziana zia, impedendo anche agli altri nipoti di occuparsene: Cass. civ., Sez. II, Ordinanza, 28/04/2022, n. 13266.

Ovviamente si tratta di un esempio, ma è un problema ereditario che in realtà è più frequente di quanto si pensi.

Qualunque sia il problema con l’eredità, è di solito utile e consigliabile rivolgersi all’avvocato, proprio per avere risposte concrete su come muoversi e che cosa fare quando sorgono problemi con l’eredità.

Il nostro sito mette a disposizione un comodissimo strumento di consulenza on line. Basta cliccare qui e chiedere un appuntamento con l’avvocato.

Articolo redatto ad Alpignano da Studio Duchemino il 6 dicembre 2022

2 commenti su “Problemi con eredità: quando rivolgersi all’avvocato”

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