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NASPI 2015, il nuovo assegno di disoccupazione

Il cosiddetto Job Act introdotto dal Governo apporta una serie di novità, tra cui spicca il nuovo assegno di disoccupazione, il cui acronimo significa testualmente “Nuova prestazione di Assicurazione Sociale per l’Impiego“. Di che si tratta?

Intanto, si premette che ad oggi risulta in vigore l’assegno di disoccupazione chiamato “Aspi” e anche il cosiddetto “mini-Aspi”. La principale novità di principio consiste nel collegare questo assegno alla quantità di contributi versati dal lavoratore, dando origine così ad una prestazione di assistenza sociale legata nell’entità all’apporto del lavoratore. La capacità contributiva del lavoratore incide, quindi, sulla durata dell’assegno, che arriverebbe fino a 18 mesi; i contribuenti più anziani avrebbero titolo ad un assegno di maggiore durata nel tempo.

L’assegno riguarderà anche i collaboratori a progetto, fino ad estinzione di questo istituto che avverrà con il progressivo affermarsi del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti.

Chi avrà diritto all’assegno? Ne avranno diritto tutti i lavoratori che potranno vantare tredici settimane di contribuzione nei quattro anni precedenti e 18 giornate di lavoro nell’anno in corso. L’assegno entra in vigore il primo maggio 2015. Si riferirà agli eventi di disoccupazione che si verificano a partire dal primo maggio 2015. In sintesi, il lavoratore dovrà trovarsi in stato di disoccupazione, dovrà vantare una contribuzione nei precedenti quattro anni di almeno tredici settimane e nell’anno precedente almeno diciotto giorni di lavoro.

Come si calcola la nuova NASPI? Si considera la retribuzione imponibile a fini contributivi degli ultimi quattro anni, la si divide per il numero di settimane di contribuzione e si moltiplica il risultato per il fattore 4,33. La durata della prestazione corrisponde ad una prestazione mensile pari ad un numero di mesi corrispondente alla metà delle settimane di contribuzione degli ultimi quattro anni.

Seguono regole di dettaglio, a seconda dell’entità della retribuzione.

Articolo redatto a Torino da Studio Duchemino il 30 dicembre 2014.

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